Film e Telefim… fonti di ispirazione o specchio indifferente dei tempi?

Negli anni ’80 e ’90 non mi perdevo un solo episodio di Miami Vice... eppure oggi non reggerei neanche pochi minuti di quella serie così impomatata, pulita, perfetta, lussuosa, glamour, esagerata, edonistica e plastica.
Anche se Miami Vice è stata una pietra miliare che ha cambiato la storia delle serie televisive... per i budget straordinari investiti, per le riprese ricercate e la regia, per gli sponsor e la moda inseriti, per la musica e lo stile da videoclip alla MTV, per le storie e i montaggi cinematografici, per le espressioni, per l’attenzione ai dettagli… rimane legata a un’illusione surreale tipica di quegli anni che ora appare assurda e indigesta.
Nello stesso periodo (poco più o poco meno), un altro appuntamento imperdibile era Magnum PI.
Anche Thomas Magnum poteva guidare una Ferrari e vivere in una villa da nababbi, ma solo grazie alla stima e alla fiducia di un miliardario che lo ospitava… solo per una fortunata coincidenza e perché qualcuno gli aveva dato un’opportunità. Per il resto, il suo personaggio era un ex soldato con un passato doloroso e complicato, con un lavoro precario e spesso non retribuito, con difficoltà quotidiane e ostacoli continui, con un capo-maggiordomo autoritario e severo,… ma anche con la forza di non perdere l’ironia e la simpatia, di svolgere con capacità e determinazione la propria professione senza aspettarsi gratificazioni e successo.
In trent’anni molte cose sono cambiate… ma quest’ultima serie ha ancora qualcosa di speciale (non solo un sapore nostalgico) che la rende ancora affascinante e piacevole ai miei occhi.
Le serie televisive e i film cambiano nel tempo… cambiano il linguaggio, gli argomenti, lo stile, i personaggi, il ritmo… per adattarsi al periodo storico e al pubblico.
Per questo motivo alcuni prodotti del piccolo e del grande schermo invecchiano “male” e finiscono per sembrare insulsi e anacronistici… altri resistono e mantengono valore diventando “ever-green”... altri ancora risorgono dalle ceneri e vengono rivalutati, a distanza di decenni, per essere definiti “cult”… senza trascurare quelli così assurdi e grotteschi da essere definiti “trash” in segno di stima per qualcosa che ci era tanto piaciuto, ma di cui ci vergogniamo.
Non è solo una questione di qualità della pellicola, colore, montaggio, acconciature o altro… anzi, credo che questi siano i dettagli meno rilevanti… ciò che fa la differenza è la possibilità per lo spettatore di ritrovare qualcosa di sé, dei propri problemi, della propria vita, delle proprie aspirazioni, della realtà che sta vivendo nel preciso momento in cui è davanti allo schermo.
Oggi siamo disillusi e non crediamo più nei falsi miti, nei valori assoluti e nella perfezione astratta, sappiamo che niente è totalmente pulito e che tutto è un po’ sporco e inquinato, siamo arrabbiati, insoddisfatti e dobbiamo accettare compromessi… non abbiamo tempo per illusioni e sogni impossibili, ma solo per necessità, speranze e possibilità plausibili.
Così anche i protagonisti di film e telefilm sono diventati “anti-eroi” o eroi difettosi pieni di macchie e di paure… mentre gli eroi inossidabili del passato, così superiori e distanti da sminuirci, riescono a tornare solo ripresentandosi pieni di debolezze, dubbi, incertezze.
Nessuno di loro è totalmente buono e nessuno è totalmente cattivo. Tutti vivono la difficoltà di gestire il male, anche interiore, e cercano di fare qualcosa di buono senza confidare in un bene assoluto e angelico oppure scegliendo il male minore. Nessuno di loro è immune a problemi, a sconfitte, a ferite, a scelte faticose o scorrette. Tutti devono sporcarsi le mani per ottenere qualcosa.
Un po’ come noi nella vita reale!
Non c’è più interesse per elogi del bene e dello splendore troppo lontani dalla natura umana come il Superman di Christopher Reeve o le Charlie’s Angels degli anni ’70 o l’immacolata Biancaneve delle favole.
Tutti sono riapparsi… ma rivisitati, imperfetti e umani (le nuove Charlie’s Angels sono fallite in pochi episodi perché non lo erano abbastanza).
Non è un caso che siano ancora apprezzati i film western di Sergio Leone, nei quali non c’erano leggi e valori chiari o giusti, non c’era nulla di pulito, non c’erano personaggi che simboleggiavano il meglio e l’eccelso… e in ognuno di loro c’era qualcosa di buono, di brutto e di cattivo.
Non è un caso che il nuovo James Bond abbia perso l’eleganza e l’aplomb resistenti ad esplosioni e catastrofi, abbia dismesso gadget assurdi capaci di risolvere magicamente le situazioni più impossibili, abbia rinunciato alla fermezza e agli ideali imprescindibili per mostrare vulnerabilità, incertezze e una natura più da scaricatore di porto che da nobile paladino. Non è un caso che abbiano successo i sopravvissuti imbruttiti e imbestialiti di The Walking Dead (derivazioni rivedute e corrette del precedente Lost), costretti a lottare in una “società” selvaggia, ostile e cannibale, ma liberi da regole, principi, obblighi morali con la possibilità di essere se stessi, nel bene e nel male, e di concentrarsi su necessità primarie e concrete.
Non è un caso che Maleficent, simbolo assoluto del male, sia ora ammirata e osannata in una nuova veste positiva e seducente (vabbé… Angelina Jolie aiuta molto), contrapposta a un re/padre subdolo e crudele.
Per loro, come per noi… buono e cattivo si confondono… “giusto” e “sbagliato” assumono nuovi significati e vengono sostituiti da “giustificato” e “dannoso”… e alla fine è solo una questione di scelte.
Non è quindi così strano che Sky Italia, per accompagnare una serie thriller trasmessa in esclusiva sui suoi canali, abbia chiesto agli spettatori: tu, da che parte stai?... cioè, vuoi essere il problematico e instabile investigatore che usa mezzi anche illeciti e immorali pur di prendere il colpevole? Oppure vuoi essere il serial killer che da libero sfogo ai suoi istinti e prova soddisfazione nel torturare a morte le vittime? Sono entrambi affascinanti, brillanti e entrambi hanno qualcosa di te… quale preferisci?
Anch’io ero tra il pubblico fedele di quel telefilm… e quella domanda, anche se coerente col tema principale della storia, mi ha sconcertato. Normalizzare la possibilità di immedesimarsi in un serial killer che tortura e sventra le persone per un piacere quasi sessuale… mi è sembrato preoccupante e pericoloso.
Ammetto che i miei personaggi preferiti, oltre a Magnum PI, sono “il nano” di The Game of Thrones (che non è affatto un santo) e Sherlock Holmes dell’omonima serie inglese (che è un sociopatico)… anche loro commettono qualche crimine e qualche scorrettezza e hanno problemi con la morale… però non desiderano uccidere e distruggere le vite altrui per divertimento.
Verrebbe da domandarsi se i produttori si limitino a rappresentarci nella nostra deriva offrendo semplicemente uno specchio cinico e inclemente che ci accontenta, ci gratifica, ci fa sfogare e ci giustifica anche negli aspetti più oscuri e profondi… mentre avremmo bisogno dei punti di riferimento e delle fonti di ispirazione di un tempo… che indicavano, in modo chiaro e preciso, la direzione positiva o la scelta moralmente e socialmente giusta. In fondo Superman serviva proprio a questo: a dare degli ideali e un modello da seguire.
In realtà la maggior parte dei film e dei telefilm cercano ancora di darci una speranza e di indirizzarci verso qualcosa di buono, ma in modo più sottile, quasi impercettibile e forse più efficace. I protagonisti nei quali ci immedesimiamo si muovono nel fango come noi e spesso sprofondano più di noi fino a raggiungere i peggiori demoni che si nascondono nel nostro animo… sono compagni solidali di sventura... che ci fanno sentire meno soli e incompresi, meno diversi, addirittura migliori di loro… che esplorano, al nostro posto, luoghi in cui noi temiamo di finire o che inconsciamente vorremmo raggiungere.
In questa sorta di simbiosi empatica, loro ci trasmettono la sofferenza, la disperazione, l’insoddisfazione che raccolgono in un percorso così sconveniente e ci rendono partecipi dell’immenso sforzo e del principale desiderio di cambiare strada per riemergere e ritrovare una vita migliore.
I nuovi simboli, le nuove guide, non più sono angeli candidi e immacolati che ci esortano a puntare al cielo senza mai scendere tra noi, sono diavoli pentiti che ci afferrano per non farci cadere e non permetterci di fare la loro stessa fine usando le poche forze rimaste per sospingerci verso l’alto.

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