l’Angelo Caduto
Egli apparteneva ad una stirpe eletta, che si distingueva, dalle altre schiere degli emissari del Regno, per il vigore e la superiorità nell'intelletto. Gli appartenenti a questa casta superiore avevano il compito più gravoso ed importante ossia mietere e raccogliere le anime dei mortali giunti al tempo del trapasso. Essi venivano inviati a discendere sulla terra mortale e ad usare il loro immenso potere sulle vite degli umani.
I Superni osservavano loro costantemente e con molta attenzione. Non volevano commettere il medesimo errore verificatosi col Prediletto, ad esso erano stati tali potere e prestigio da porlo sopra di ogni altro e ciò lo aveva portato al delirio per la brama di eguagliare il Sommo. Divenuto incontrollabile ed incontrastabile aveva abbandonato il Regno di Luce per ascendere al rango Divino e fondare il proprio, quello Oscuro. A seguito di quel tragico evento coloro che si dimostravano superiori alla norma venivano inviati a compiere il proprio potere oltre i confini degli immortali; questo si considerava potesse allontanare ogni nuovo rischio di ribellione.
Fu durante le sue missioni ai mortali che Egli cominciò a mutare espressione e aspetto. Ad ogni missione, la sua immagine radiosa diveniva più cupa. Il suo sguardo luminoso si spegneva. Il suo corpo possente si mostrava scavato e provato. La sua chioma dorata si ingrigiva. Il piumaggio delle sue ali candide si scuriva. La sua voce diventava sempre più grave e carica di dolore. Col tempo, divenne irriconoscibile agli occhi degli altri messaggeri del Regno, che cominciavano a nutrire dubbi e perplessità, ad avere paura di lui e a sospettare una sua inclinazione verso il popolo Oscuro.
I Superni, costatata la preoccupante situazione non riuscirono a comprendere cosa stesse accadendo e agirono per placare le loro stesse paure. Pensando che ciò potesse allontanare ogni rischio dal Regno venne a Lui ordinato di occuparsi delle vittime delle guerre, l'incarico più imponente e duro, confidando che questo potesse servire a riportarlo alla disciplina.
L’Emissario obbedì e scese così sulla terra per adempiere alla sua missione; raggiunse il luogo ove lo attendevano soldati, uomini, donne, bambini, desolati e inermi, destinati a morire.
Egli sovrastava il teatro di quel massacro e contemplava immobile ciò che accadeva. Ascoltava grida e lamenti strazianti, coglieva angoscia e dolore, paura e disperazione, guardava l’orrore, carne, sangue ed occhi sbarrati verso l’oblio; percepiva le anime che bruciavano nei corpi annientati, turbini di sofferenze che non potevano comprendere il perché di tutto questo. Neppure Lui capiva quale fosse il motivo.
Nelle sue missioni aveva mietuto vite di bambini massacrati dai padri, donne violentate dai fratelli, uomini sterminati dai frutti degli uomini. Poi, aveva commesso l’errore di domandarsi quale fosse il motivo. Non era bastato sapere che faceva parte di un Disegno Superiore.
Scese sul campo di battaglia e strappò le anime da quei corpi straziati per porre fine alla sofferenza. Il suo corpo, le sue mani apparivano appassiti e prosciugati, le piume delle sue ali, fattesi corvine, cadevano al suolo divenendo lacrime di sangue nero, i suoi occhi erano di tenebra.
Ascese al Regno portando il suo imponente carico e si presentò di fronte ai Superni; il suo aspetto, un tempo di una bellezza incontrastabile, era ora mostruoso e demoniaco. Non vi era alcuno che non avesse timore di Lui.
Quando proferì parola, la sua voce sembrò il rantolo di mille anime contorte nel dolore che pronunciavano all’unisono un solo lamento invocando “perché?”.
Impietriti e sconcertati rimasero a fissarlo.
Con una rabbia che scosse l’intero Regno Egli elevò tuonando ancora una volta la sua domanda.
Il panico si scatenò in ognuno di loro e cercarono di allontanarsi.
Egli Li osservò e si rivolse Loro con odio e arroganza:
“Siamo miseri esseri dotati di immensi, ma inutili poteri. Inferiori per essere Dei, superiori per avere una Vita… Rimaniamo in eterno ad assistere invidiosi a ciò che nella sua breve ed inutile vita riesce a provare e a creare un insignificante ed impotente essere mortale… e ci sentiamo grandi del nostro unico compito… di porre limiti a chi sta sotto di Noi per poterci sentire superiori a qualcuno… Per paura che un giorno l’uomo possa aspirare al rango di semidio ed eguagliarci. Con i nostri poteri potremmo guidarli ed aiutarli a raggiungere livelli eccelsi, ma abbiamo bisogno di mantenere inferiore e governabile l’uomo per poterci credere degli eletti… Perché se l’uomo raggiungesse la felicità e l’equilibrio… saremmo lo scarto inutile dell’universo.”
Senza dimostrare timore alcuno Egli raggiunse il Portale e si lanciò oltre il confine del Regno fino alla terra dei mortali.
Nel suo volo impazzito attraversò ogni luogo accanendosi con la sua falce su tutti coloro che incontrava e considerava colpevoli, degni di morte.
Gli altri emissari lo seguirono e lo raggiunsero scagliandosi contro di Lui per fermarlo, cercando di ferirlo e di abbatterlo. Con la furia della paura si accanirono su di Lui.
Trafitto e lacerato precipitò e si schiantò al suolo.
Gli Angeli che lo avevano braccato assistettero silenti e, dal Portale del Regno di Luce, anche i Superni osservarono disorientati.
Tra lo sgomento degli Emissari irruppe il fragore del suolo che si squarciava facendo emergere il Portale Oscuro. I Demoni fecero la loro comparsa ad osservare quello spettacolo sconcertante e l’Innominabile in persona apparve sulla soglia. Gli Angeli si ritrassero ed il Portale Superiore si chiuse nel silenzio.
La compassione si dipinse sul volto del Re Oscuro che si avvicinò all’esanime ripudiato uscendo dai confini del proprio Dominio.
“L’eternità ti è tolta e la tua condanna sarà di camminare tra i mortali e vivere come essi vivono, morire come essi muoiono… ma forse la Vita è il premio per ciò che hai avuto il coraggio di comprendere. Muori come Angelo e rinasci come Uomo, forse hai trovato la strada che io cercavo, ma che non ho avuto la forza di percorrere… finendo per fuggire da un Inferno e crearne un altro su cui regnare. Tu hai capito che la nostra imponente superiorità nasconde l’invidia… Dio ci ha dato la libertà ed il potere e noi ci siamo nascosti nella paura.
Io, figlio prediletto, che sono fuggito per cercare di elevarmi a Divino… invidio te che hai rinunciato ad essere Eletto per essere Mortale. Nessuno di Noi ha più l’ardimento di rivolgere lo sguardo al Sommo, ma il Sommo saprà guardarti con orgoglio.”
Io, figlio prediletto, che sono fuggito per cercare di elevarmi a Divino… invidio te che hai rinunciato ad essere Eletto per essere Mortale. Nessuno di Noi ha più l’ardimento di rivolgere lo sguardo al Sommo, ma il Sommo saprà guardarti con orgoglio.”
I Demoni si ritirarono nelle Tenebre e il loro Re seguì richiudendo dietro di sé il Portale.
Nessun umano morì quel giorno né per mano di Angeli, né per quella dei Demoni; un nuovo umano nacque, Egli era un tempo un Angelo.
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